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Books on Italian diplomats
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Author |
Vincenzo
Prati |
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Title |
La
formazione del sistema globale |
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Year |
2004 |
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Publisher |
Editoriale Olimpia |
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Place |
Sesto
Fiorentino |
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Pages |
416 |
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http://www.edolimpia.it |
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L’attacco
alle torri gemelle di New York e al Pentagono di Washington marca la
svolta di fine millennio. Il denso libro di un diplomatico italiano
cerca di esplorare la «natura della sfida». La tesi centrale è che il
mondo viva dall’inizio del XX secolo l’emergenza di una complessa
transizione dal «sistema euroasiatico» al «sistema globale», e che, alla
svolta del millennio, la transizione sia entrata nella sua fase cruciale.
In tale ottica, l’attentato dell’11 settembre non sarebbe altro che una
tragica forma di opposizione da parte del terrorismo internazionale alla
strategia globale americana e alla prospettiva stessa della formazione
del sistema globale. Il ragionamento parte da lontano e si dipana da una
doppia riflessione: la prima riguarda duemila anni di storia cinese, la
seconda duecento anni di storia americana. I punti di vista, cinese e
americano, si indirizzano alla più ampia realtà di quello che l’autore
chiama «sistema»: una realtà internazionale che è la risultante
dell’evoluzione di tutte le civiltà del pianeta. La riflessione conduce
a due conclusioni: il plurimillenario sistema euroasiatico arriva a un
equilibrio di imperi che favorisce la transizione dalla figura
dell’agricoltore-soldato a quella del borghese, ma che si impantana in
una storica impasse, per superare la quale interviene, nel XX secolo, la
superpotenza americana. Il ragionamento prosegue con repentini cambi di
prospettiva: si considera prima la sfida del sistema globale sullo
sfondo dell’evoluzione di Homo sapiens e poi nel contesto del dibattito
spengleriano sulla decadenza, e infine come risultante dell’evoluzione
storica del sistema. Prati coglie nel rifiuto della flessibilità
un’impasse concettuale che riflette l’impasse storica in cui si era
chiuso il sistema euroasiatico. Facendo perno sul concetto di «strategie
di progresso» e su quello più specifico di sistema, il ragionamento
approda all’esigenza di adeguate strutture globali, e soprattutto di
un’innovativa ingegneria culturale: l’idea è che le strategie di
progresso, da inconsce e relativamente rigide che erano, debbano
diventare – in fase di «accelerazione della storia» – consce e
relativamente flessibili. Secondo l’originale prospettiva filosofica
dell’autore, la sfida starebbe insomma nel concepire una formidabile
accelerazione della storia e un vero e proprio salto evolutivo della
psiche umana.
(dalla scheda dell'editore) |
last update
26 March, 2009 |
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